“Il Metodo Kominsky”, la recensione della comedy targata Netflix
Una puntata del "Maurizio Costanzo Show" coi DIK DIK
TRAMA
Sandy Kominsky (Michael Douglas) e l’amico di sempre Norman Newlander (Alan Arkin) sono rispettivamente un insegnante di teatro (un tempo una star di breve successo) che non ha alcuna intenzione di mollare il lavoro ed il suo storico agente. Con il passare dell’età i due si ritrovano a fare i conti con gli inevitabili problemi fisici e non solo…
(Danny DeVito e Michael Douglas – 1° stagione)
CONSIDERAZIONI
“Il Metodo Kominsky” è una di quelle serie tv che ti entrano subito nel cuore. Otto puntate a stagione per un totale di 16 puntate da circa 25 minuti ciascuna , “Il Metodo Kominsky” è sicuramente impreziosito dagli attori protagonisti, ossia Michael Douglas ed Alan Arkin.
Il tema principale è quello della vecchiaia, raccontato con spirito goliardico e con un pizzico di malinconia. Douglas è perfetto nella parte del professore donnaiolo e amante del whiskey e cherry cola, così come Alan Arkin è magistrale nel ruolo dell’anziano scorbutico ma con un grande cuore.
Nonostante rischi di andare contro ai trend di Netflix trattando un tema perlopiù inusuale, “Il Metodo Kominsky” è anzi molto più attuale di quello che non possa sembrare.
Sandy Kominsky (Douglas) non ha una vita propriamente leggera: oltre alla gestione della scuola di teatro ha una figlia con cui parla molto (e che gli regalerà delle grosse sorprese…) ed una ex-moglie (la sempre grande Kathleen Turner!) lontana migliaia di km da casa con cui non parla quasi mai e sempre pronta ad umiliarlo.
Norman Newlander (Arkin), invece, si ritrova quasi subito ad affrontare la perdita dell’amatissima moglie Eileen, ed è proprio da questo tragico evento che comincerà a trarre parecchi insegnamenti positivi sulla vita.
Tutto questo viene condito puntualmente (ed in maniera esilarante…più o meno) dai continui problemi di salute dei due, il vero leit motiv della storia.
Moltissime le guest star: Danny DeVito, Nancy Travis, Kathleen Turner (che abbiamo già visto con Douglas) e Paul Reiser (volto molto noto tra gli anni ’80 e ’90), ad esempio.
Non fatevi sfuggire “Il Metodo Kominsky”!