TRAMA
L’avvocato Vincenzo Malinconico, diventato quasi un personaggio pubblico, riceve una telefonata inaspettata da Veronica Starace Tarallo, moglie dell’arcinoto avvocato Ugo Starace Tarallo, conosciuto per essere un vero portento nelle aule dei tribunali. Mettici che la figlia Alagia sta per sposarsi a poco più di 23 anni. Mettici pure il figlio Alfredo che si è trasferito per andare a studiare a Roma da qualche tempo e unisci il tutto assieme a svariati personaggi: Malinconico non può stare in pace un minuto.
CONSIDERAZIONI
Diego De Silva ci sa fare coi titoli. Questo “Divorziare con stile” si presenta come il Natale in “Natale in Casa Cupiello”: con tutti i crismi. Ritroviamo il buon Vincenzo Malinconico, avvocato schietto quanto depresso cronico, alle prese – guardaunpò – con svariate e molteplici situazioni.
Diego De Silva come sempre ci pone davanti a differenti scenari, rappresentati con apparente insolenza esilarante, andando a mascherare ben più seri retroscena della vita moderna quotidiana. I rapporti famigliari ad esempio, quelli sinceri e disinteressati, che sono destinati a durare per sempre.
Ma non solo: anche le separazioni, le amicizie, i tradimenti sono all’ordine del giorno. Moderatamente malinconico di nome e di fatto, il buon Vincenzo dovrà svignarsela tra figuri arroganti e perbenisti, vecchi amici sull’orlo del baratro ed ex-mogli (Nives, la SUA ex) alle prese con mezze-crisi-di-mezza-età.
Rispetto ai precedenti volumi, Vincenzo Malinconico abbandona un pò il piagnisteo e l’autocommiserazione, rompendosi definitivamente il caz*o di tutto e di tutti e riuscendo finalmente a trovare una sua strada per l’affermazione personale e lavorativa grazie in primo luogo alla sua spassosa verve.
Ce la farà?
Vi consiglio spassionatamente questo libro: lo leggerete in un batter d’occhio e una volta terminato vi mancherà per un bel pò.